Comunità e Museo

Prato è la seconda città più grande della Toscana, una delle città in più rapida crescita in Italia, e il più grande distretto industriale tessile in Europa. Secondo l’ufficio statistica del Comune la popolazione straniera residente è di circa 43.000 persone e rappresenta il 22% della popolazione totale. La nazionalità maggiormente rappresentata è quella cinese con 25.000 persone, principalmente provenienti dalla provincia di Zhejiang. In una realtà sociale plurilingue e pluriculturale come quella pratese è indispensabile migliorare i servizi legati al settore museale e aumentare l’accessibilità alle iniziative culturali con l’ausilio delle nuove tecnologie.

Il regime di distanziamento fisico e sociale imposto dall’emergenza Covid-19 ha pesantemente condizionato e rallentato l’incontro con le comunità. Prendere contatto con le comunità straniere, stabilire una relazione basata sulla fiducia, sul rispetto e il riconoscimento reciproco per introdurre la natura e lo scopo del progetto, è stato molto difficile. Operare in regime di distanziamento laddove il progetto mira alla coesione sociale delle comunità territoriali, al coinvolgimento diretto e alla partecipazione attiva di un pubblico plurilingue e pluriculturale come quello pratese, ha avuto una pesante ricaduta anche sulle azioni progettuali successive.

In giro per la città...

Ho incontrato testimoni privilegiati delle comunità coinvolte nel progetto (cinese, marocchina, albanese e pakistana), ho parlato con loro per individuare bisogni, interessi, esigenze e motivazioni in materia di partecipazione sociale e culturale, ho cercato di fare rete, di coinvolgerli in attività concrete e di sviluppare insieme a loro un percorso partecipativo semplificato ed efficace.

Appuntamento al museo...

Gli stessi, e altri che avevo conosciuto solo telefonicamente, sono stati invitati al Museo del Tessuto. Hanno incontrato il Direttore, Filippo Guarini, e la responsabile delle attività didattiche, Francesca Serafini, che li hanno guidati all’interno del museo e della mostra temporanea “Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba” e insieme abbiamo pianificato laboratori e incontri in presenza.

L’unicità di questa emergenza sanitaria, le restrizioni e le misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 (chiusura al pubblico del museo, richiesta di certificazione verde per l’accesso, richiesta di certificazione verde rafforzata, ecc.) hanno interferito con l’organizzazione e la partecipazione attiva alle attività culturali e ai laboratori in programma al Museo. Tuttavia tra novembre e dicembre 2021 sono entrati al Museo: un gruppo di studenti di italiano L2 di nazionalità cinese dell’Associazione Cieli Aperti e un gruppo dell’Istituto Internazionale Educazione e Mediazione Culturale di Liu Shan e un gruppo di adulti di origine albanese accompagnati da Lila Mamaj, anche lei albanese, molto attiva nel sociale.

 

Il 26 novembre un gruppo di studenti di italiano di nazionalità cinese dell’Istituto Internazionale Educazione e Mediazione Culturale di Liu Shan hanno visitato per la prima volta il Museo del Tessuto. Accompagnati dalla loro insegnante di lingua, che ha fatto da mediatrice, da Liu Shan e da Francesca Serafini hanno visitato il museo e la mostra “Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba”.  Ripercorrendo le sale e gli spazi museali, osservando gli oggetti esposti all’interno delle teche di vetro, …

 

Al termine di un corso di lingua italiana, un gruppo di studenti cinesi dell’Associazione Cieli Aperti, insieme alla propria insegnante, sono venuti al Museo del Tessuto, hanno visitato la mostra Turandot e l’Oriente fantastico di Giacomo Puccini, Chini e Caramba e con il supporto dell’educatore museale e con la mediazione degli studenti con una competenza linguistica più alta, hanno osservato gli oggetti della collezione Chini, appartenenti al Museo di Antropologia, hanno descritto gli oggetti a loro familiari e hanno cercato di raccontare raccontare un ricordo, un’esperienza vissuta nel loro paese d’origine.  

 

La comunità albanese, in occasione della festa dell’indipendenza, ha portato al Museo dei propri costumi tradizionali e in un’atmosfera informale ha descritto la propria cultura di appartenenza con aneddoti o esperienze personali. Il gruppo, accompagnato da Lila Mamaj, attiva nel sociale, e Lorenzo Zejnati, rappresentante della comunità albanese a Prato, hanno visitato la mostra Turandot e l’Oriente fantastico di Giacomo Puccini, Chini e Caramba. Lungo il percorso, di fronte ad alcune vetrine con oggetti della collezione Chini, appartenenti al Museo di Antropologia, l’educatore museale ha chiesto ai partecipanti di raccontare un ricordo, un’esperienza associata all’oggetto in considerazione.